Le Piccole Patrie nell’Italia del Settecento

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MESTIERI E CORPORAZIONI

ARCHITETTI, INGEGNERI E PERITI AGRIMENSORI A PIACENZA

Valeria Poli

In sede locale, per tutto l’Ancien Regime, l’attività del costruire è di competenza dei magistri murorum et lignaminis documentati dal corpus legislativo statutario medioevale (Libro VI, art. 111), e dall’esistenza del paratico dei marenghonorum muratorumque, che possiede propri statuti riformati una prima volta nel 1544, riveduti all'epoca di Ottavio Farnese nel 1588, nel 1627 sotto Ranuccio I, nel 1674 e infine aggiornati con le Addizioni del 1768. Nelle Addizioni si precisano le competenze progettuali e tecniche dei capi mastri “capaci non solo di fare un matteriale dissegno, ma anche di insegnare le regole più esatte dell'architettura e della statica”.
La qualifica di architetto, di norma attribuita ai professionisti stranieri (Vignola, Domenico Valmagini e Cosimo Morelli) si configura, nell'ambiente tecnico piacentino, come un particolare riconoscimento alle capacità di un tecnico impegnato nella fase ideativa senza però trovare un preciso inquadramento istituzionale. Alla fine del XVIII secolo Lotario Tomba, che con la sua attività riassume tutti gli aspetti della professione tecnica, nasce culturalmente nell'ambiente dei capomastri piacentini e, dopo una formazione scientifica in ambiente bolognese, ottiene la lettera patente di perito agrimensore pubblico. Progettista di opere sia pubbliche che private, per le quali viene qualificato come architetto, trova il suo inquadramento nell'amministrazione pubblica come ingegnere.
La progressiva specializzazione degli “Architectos seu Agrimensores et Libellatores aquarum, qui omnes vulgo Ingegneri appellantur”, avviene nel corso del XVIII secolo quando la conoscenza tecnico-scientifica determina una gerarchia tra perito agrimensore e ingegnere. La prassi seguita per la concessione della lettera patente per la professione di perito agrimensore prevede, oltre al giuramento davanti al governatore, dagli inizi del XVIII secolo, la fede “de eius habilitate et integritate” sottoscritta dal precettore, presso il quale è stato compiuto l'apprendistato, o dall’esaminatore. Dal 1774 l’aspetto teorico e pratico vengono nettamente distinti come documenta il fatto che, alla figura del pratico istitutore, si aggiunge quella del professore di matematica. Il professore di matematica svolge la sua attività didattica nella scuola istituita presso il collegio dei Gesuiti di S. Pietro in seguito alla soppressione del 1768. Il corso, di durata biennale, si conclude con una prova. Un corso di agrimensura, per la formazione dei professionisti locali, è istituito anche presso l'istituto Gazzola. Partendo da una base culturale comune tende a differenziarsi in base alla pratica; quindi da una parte l'ingegnere, impegnato in grandi cantieri relativi alla salvaguardia del territorio e occasionalmente perito agrimensore sia come stipendiato della pubblica amministrazione che in qualità di libero professionista, e dall'altra il perito agrimensore chiamato a dirimere cause di confini di proprietà in occasioni di vendite o divisioni. Nell'ambiente piacentino, a differenza di quello parmigiano, la nuova figura dell'ingegnere è identificabile con quella dell'istitutore pratico, appartenente per lo più ad una delle dinastie di tecnici a vario titolo a servizio della Comunità.

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